🟠 Come far saltare un governo
Lo scontro al confine tra Thailandia e Cambogia potrebbe costare la carriera alla premier thailandese Paetongtarn Shinawatra
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Questa settimana ci spostiamo in Thailandia, dove la situazione al confine con la vicina Cambogia è una cosa seria, talmente seria da portare alla sospensione della premier Paetongtarn Shinawatra, erede della più influente dinastia politica del Paese. Ma come siamo arrivati fin qui?
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Come far saltare un governo
Lim Num Hong è un tassista thailandese che lavora in una piccola stazione a pochi passi dal valico di frontiera con la Cambogia. Di solito, trasporta clienti che vogliono recarsi a Bangkok, ma da quando sono iniziate le tensioni al confine, tutto è cambiato.
«Non ho prenotazioni da due giorni e negli ultimi quattro ne ho avuta solo una. Le condizioni sono cambiate, le persone non possono attraversare facilmente il confine», ha raccontato a Deutsche Welle. Lim non è l’unico a essere in difficoltà: come lui, centinaia di lavoratori transfrontalieri e piccoli commercianti si sono trovati bloccati. Con i valichi chiusi o fortemente limitati, l’economia locale è in ginocchio: meno clienti, meno merci, meno scambi.
Le tensioni si sono inasprite da maggio, dopo un confronto armato avvenuto nella contesa zona di Chong Bok, un valico montano situato nella zona al confine tra Thailandia, Cambogia e Laos, con uno scontro a fuoco che ha causato la morte di un soldato cambogiano. Da allora, i due eserciti hanno rafforzato la presenza militare, limitando i passaggi di frontiera, e i tentativi di trovare una soluzione diplomatica sono falliti.
Le ritorsioni non sono finite qui: la Cambogia ha vietato l’importazione di beni thailandesi come frutta, verdura e carburante, mentre la Thailandia ha chiuso parzialmente o completamente diversi valichi, vietando l’ingresso ai turisti diretti in Cambogia. La politologa thailandese Tita Sanglee ha spiegato che questo braccio di ferro rischia di danneggiare entrambi i Paesi: la Cambogia importa una quantità significativa di prodotti thailandesi, mentre la Thailandia dipende dalla manodopera cambogiana.
Orgoglio nazionale

La rivalità tra Cambogia e Thailandia è tra le più sentite al mondo. Dal punto di vista geografico, il conflitto è nato da una disputa di lunga data sui confini, risalente ai negoziati dell'inizio del XX secolo tra la Thailandia (allora Siam) e le autorità coloniali francesi nell'odierna Cambogia.
Il conflitto tra i due Paesi però va oltre la geografia ed è qualcosa che ha plasmato negli anni le società locali. L’ultranazionalismo è fortemente radicato in ampie fasce delle società, con l'odio reciproco che ha trovato nuova linfa sui social media, soprattutto a causa dei «keyboard warriors», che dalle loro camerette combattono una guerra digitale contro i loro vicini.
I punti di contesa sono molti e abbracciano varie sfumature dell’orgoglio nazionale, simili a quelle che spesso ci capita di leggere sui giornali locali italiani («La regione x è l’unica ad aver fatto questo», «Questo vip ha origini lontane nella regione y» ecc.). Nel caso di Thailandia e Cambogia, queste affermazioni assumono connotati più seri e alimentano una rivalità che coinvolge le fondamenta stesse delle culture locali, come nel caso dell’arte marziale thailandese Muay Thai, che secondo i nazionalisti cambogiani ha avuto origine dalla boxe khmer (il gruppo etnico originario della Cambogia).
C’è chi sostiene che la lingua thailandese sia stata copiata dalla lingua khmer, chi ritiene che i numeri thailandesi siano stati copiati dai numeri khmer, e così via. C’è chi chiama la Thailandia «Thief Land» (in inglese «Terra dei ladri») e chi definisce la Cambogia «Claimnodia» (dal verbo inglese «claim», rivendicare) perché i cambogiani tendono a rivendicare tutto come proprio.
Da qui il passo verso le rivendicazioni territoriali è breve, considerando che in entrambi i Paesi c’è terreno fertile per queste dichiarazioni: nel caso della Thailandia il risentimento nei confronti delle potenze coloniali e nel caso della Cambogia la storia dell'Impero Khmer, che un tempo controllava gran parte dell'odierna Thailandia. Ma il duello tra le due parti resta prima di tutto un confronto identitario, sui simboli della propria cultura.
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Passo falso
Questa retorica incandescente ha finito per travolgere in pieno la premier thailandese Paetongtarn Shinawatra, sospesa dalla Corte costituzionale in attesa di una sentenza per accuse di disonestà e violazione degli standard etici costituzionali. I problemi per Paetongtarn sono iniziati a partire dalla diffusione di una telefonata con l'ex leader cambogiano Hun Sen, in cui la premier criticava l'esercito thailandese e sembrava schierarsi con Hun nella disputa sul confine.
Lo scandalo ha indignato l’opinione pubblica e provocato proteste di piazza per chiedere le dimissioni di Paetongtarn: successivamente, il Bhumjaithai Party, il secondo più grande partito della maggioranza, è uscito dal governo. Se adesso un altro alleato della variegata coalizione che sostiene Paetongtarn dovesse ritirarsi dall'alleanza in attesa della decisione definitiva della Corte, si andrebbe a elezioni anticipate.
Non solo: se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente, «le proteste potrebbero intensificarsi e provocare un intervento militare. L'esercito ha guidato circa una dozzina di colpi di Stato da quando la Thailandia è passata da monarchia assoluta a monarchia costituzionale nel 1932, ed è da tempo uno dei principali detentori del potere nel Paese», ha ricordato Bloomberg.
Allo stesso tempo, le difficoltà del governo hanno costretto Paetongtarn ad assumere una posizione intransigente nei confronti della Cambogia, complicando ogni spiraglio di dialogo. Da parte cambogiana, i leader devono dimostrare che il Paese è sovrano, non ha paura di un vicino più grande e non ha collusioni con la famiglia Shinawatra. La speranza, come riportato dal Bangkok Post, è che dopo la sospensione di Paetongtarn la de-escalation sia iniziata, con l’avvio al più presto di negoziati diplomatici.
Sul nostro radar
Una selezione delle storie più interessanti della settimana sui confini di tutto il mondo, che potremmo approfondire in futuro su Borders.
La Polonia introdurrà controlli temporanei alle frontiere con Germania e Lituania per contenere i flussi migratori irregolari, ha annunciato il premier Donald Tusk. La decisione, motivata dall’aumento dei respingimenti di migranti dalla Germania, risponde anche alla pressione dell’opposizione nazionalista;
L’India ha chiesto una «soluzione permanente» alla disputa di confine con la Cina, durante un incontro tra i ministri della Difesa. Il rappresentante indiano Singh ha ribadito la necessità di raggiungere la pace e ha proposto un percorso strutturato di disimpegno e dialogo duraturo;
Un uomo nordcoreano ha attraversato la pericolosa Zona demilitarizzata verso la Corea del Sud, un evento raro dato il confine pesantemente fortificato e minato. La fuga è avvenuta con l’aiuto dell’esercito sudcoreano in un’operazione di venti ore, durante la quale il fuggitivo è stato localizzato e scortato al sicuro. La maggior parte dei nordcoreani scappa invece attraversando la Cina.