🟠 Autocrate per finta
The Regime, la nuova miniserie di Hbo, esplora le paranoie e i metodi degli autocrati, con chiari riferimenti alla Russia
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Questo sabato parliamo di una serie Hbo uscita a marzo (disponibile su Sky e NowTv) che parla di un immaginario regime dittatoriale in Europa centrale, con grandi similitudini rispetto alla Russia.
Nella finzione della serie, così come nella realtà, la protagonista finisce per rompere con l’Occidente e avvicinarsi alla Cina. Avremo modo di approfondire questo tema, con Putin che in questi giorni si è recato alla corte di Xi Jinping.
Cominciamo 🔽
Autocrate per finta
La nuova miniserie di Hbo, The Regime, ha recentemente ritratto in modo piuttosto pittoresco cosa significa essere un autocrate: nello specifico, cosa significa essere la leader assoluta di un Paese di fantasia, situato in una non meglio precisata Europa orientale.
Kate Winslet, che interpreta la cancelliera Elena Vernham, lungo le puntate della serie sembra sfoderare tutto il repertorio della leader assoluta, incrociando gag e situazioni che pescano dall’immaginario pop (e anche dai meme) spesso associati a personaggi come il leader russo Vladimir Putin, quello ungherese Viktor Orban o quello coreano Kim Jong-Un.
Si parte dalle classiche paranoie di un leader autoritario, portate davvero all’estremo: in una puntata, Elena pretende che l’umidità sia controllata a ogni suo passo, per proteggersi dall’aria velenosa del palazzo; in un’altra, riempie la sua residenza di patate bollite per purificare l’aria con il loro vapore, un rimedio popolare della Russia sovietica; in un'altra ancora, accetta di mangiare del terriccio brulicante di vermi per sentirsi meglio, servito in tazzine da tè.
In particolare, le assonanze di The Regime con la Russia di Putin sono molte e diffuse lungo la serie: la più evidente è sicuramente l’annessione del Corridoio di Faban, una fascia di territorio limitrofa, che ricorda a tutti gli effetti l'aggressione russa in Ucraina. Come in Russia, anche in The Regime non si può parlare di guerra, ma di operazione speciale.
Oppure, il meeting della cancelliera con una diplomatica americana, che vede le due donne sedute sui vertici opposti di un lungo tavolo, come nella migliore tradizione putiniana. O ancora, l'ascesa e la risalita degli oligarchi locali, in base alle simpatie del momento.
Seppur ricca di spunti per un nerd della geopolitica, dal punto di vista artistico la produzione Hbo non ha raccolto recensioni entusiasmanti. C’è chi ne ha ridimensionato anche la portata satirica, come la storica Anastasia Edel, secondo cui la serie «fornisce solo vaghe strizzate d'occhio alle tendenze degli uomini forti del mondo, e non riesce ad elevarsi al livello di una critica o di un'analisi seria, con un'ingenuità che sembra decisamente americana».
In tutto ciò, a caratterizzare il Paese immaginario di The Regime sono le sue riserve di cobalto, materia indispensabile per il resto del mondo e per la transizione energetica, che fanno gola all’Occidente ma anche ad altre potenze.
Un po’ come il gas russo o quello azero: d’altronde, la bandiera del regime di Kate Winslet ricorda vagamente quella dell'Azerbaigian. E anche sull'Azerbaigian si potrebbero unire i puntini della serie, pensando ad esempio all’intervento militare in Nagorno-Karabakh.
Forse questo ragionamento potrebbe estendersi alla maggior parte delle autocrazie, dato che in fondo si assomigliano un po’ tutte, per metodi e obiettivi, ma soprattutto per i comportamenti dei loro leader.
In viaggio in Cina
C’è un altro aspetto interessante in The Regime, che può essere utile per introdurre il tema della settimana, ovvero il vertice in Cina tra il presidente cinese Xi Jinping e Putin.
Nella serie, dopo aver scartato un accordo sul cobalto che avrebbe concesso agli Stati Uniti i diritti di estrazione a basso costo, Elena si avvicina alla Cina, promettendole un accordo di libero scambio e una parte dei profitti minerari.
Ed è in parte anche quello che sta succedendo a Putin, che in questi anni ha costruito una partnership sempre più forte con Pechino, soprattutto dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.
Il viaggio in Cina di questa settimana sottolinea ancora una volta la centralità della partnership tra le due potenze e non a caso è stato l’esordio sulla scena mondiale di Putin dopo aver giurato come presidente qualche giorno fa, per l’ennesima volta.
I due leader hanno parlato di una «nuova era» di partnership, dipingendo gli Stati Uniti come un’aggressiva potenza egemone che semina il caos nel mondo.
Cina e Russia avevano dichiarato una partnership «senza limiti» nel febbraio 2022, quando Putin aveva visitato Pechino pochi giorni prima di inviare decine di migliaia di truppe in Ucraina.
Stavolta hanno cercato di dipingere l'Occidente come decadente e in declino, con la Cina che sfida la supremazia degli Stati Uniti, dall'informatica quantistica alla biologia sintetica, dallo spionaggio al potere militare.
Ma Cina e Russia devono affrontare anche le loro sfide, tra cui il rallentamento dell'economia cinese e una Nato rafforzata e in espansione dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Per molti analisti, la dichiarazione finale di questo summit potrebbe essere più importante persino rispetto a quella del partenariato «senza limiti» del febbraio 2022. Contiene un elenco immenso - decine e decine di voci - di campi di cooperazione ampliati tra i due Paesi.
Cooperazione militare, aumento degli scambi commerciali, investimenti reciproci e aiuto allo sviluppo economico, cooperazione in campo energetico, promozione delle rispettive valute e infrastrutture finanziarie, approfondimento dell'istruzione e della cooperazione scientifica, cooperazione nei media e nella formazione delle opinioni pubbliche, cooperazione all'interno delle istituzioni globali.
La lista potrebbe continuare, ma oltre alle formule diplomatiche c’è molto di più: la visita di Putin è arrivata mentre le forze di Mosca stanno provando a guadagnare terreno in Ucraina e subito dopo che il presidente russo ha rimescolato i suoi vertici militari.
Allo stesso tempo, Xi sta cercando di assicurarsi un junior partner per la Cina, dato che la sua economia deve far fronte alle tensioni con Europa e Stati Uniti. Putin invece farà affidamento sul suo «caro amico» cinese per continuare a sostenere la sua economia di guerra?
Per approfondire:
La recensione di The Regime su Variety;
Perché Putin e Xi sono così vicini, spiegato da Bloomberg;
La Bbc racconta di una studentessa ucraina che ha scoperto le sue «copie» sui social media cinesi, create grazie all'intelligenza artificiale, che parlano di amicizia russo-cinese e pubblicizzano prodotti provenienti dalla Russia.