Amore, sopravvivenza e rinascita
Un'adolescente ucraina e un'intera nazione alla ricerca della loro identità
Ciao! Questa è la prima puntata di Borders.
Innanzitutto, grazie di essere qui! Speriamo che in futuro potrai vantarti di aver iniziato a seguire Borders già dal primo episodio, un po’ come chi dice di ascoltare Calcutta dal 2015.
Ogni settimana, analizzeremo un confine tra due Paesi o regioni da una prospettiva differente: lo faremo partendo da una storia legata alla società, all’arte o alla pop culture, ad esempio, per capire come la situazione di un confine vada oltre la pura geopolitica (ci sarà anche quella, in ogni caso).
Questo progetto arriva al termine di un periodo piuttosto lungo di ricerca, confronto e produzione. Grazie a tutte le persone che in questi mesi mi hanno aiutato a immaginare e realizzare Borders, a partire da Emanuele Di Tota, che mi ha dato una mano a livello grafico.
Il primo episodio non poteva che essere sul conflitto in Ucraina. In questi anni di lavoro è probabilmente il tema che ho avuto modo di seguire più spesso, con tutte le sue implicazioni, e mi sembrava doveroso partire da qui.
Questo episodio di Borders è un po’ come un primo appuntamento dove arrivi con delle buone sensazioni ma non sai esattamente cosa aspettarti. Nel dubbio, ho preso i biglietti per il cinema 👇
Amore, sopravvivenza e rinascita
Qualche mese fa, il film con cui la regista ucraina Anna Buryachkova ha debuttato alla regia è arrivato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia.
Forever-Forever (Nazavzhdy-Nazavzhdy in lingua originale) è la storia di Tonia, una ragazza in fuga dal suo passato che cambia città alla ricerca di una nuova versione di sé. Frequenta una nuova scuola, si unisce a un gruppo di ragazzi a dir poco problematici e gira per i sobborghi post-sovietici di Kyiv, finendo per innamorarsi prima di Zhurik e poi di Sania.
"Questo film è una canzone d'amore per gli adolescenti smarriti della fine degli anni Novanta, cresciuti tra le rovine del regime sovietico e a cui è stata data una sola regola: se nessuno ti ama, non sopravvivi”, ha detto della sua pellicola Anna Buryachkova.
Il rapporto tra amore e sopravvivenza, legato anche agli abusi subiti in passato da Tonia, è una delle principali chiavi di lettura di Forever-Forever, in cui si incrociano le crisi esistenziali di una generazione e la ricerca dell’identità di una nazione.
Vedendolo è un po’ come se la città di Kyiv e Tonia vivessero la stessa storia: entrambe cercano di scendere a patti con il proprio passato e trovare un modo per vivere il presente. La vita di Tonia diventa metafora della storia nazionale ucraina, intersecandosi con l’invasione russa del 2022.
Anche lo sviluppo stesso del film si è intrecciato con le vicende belliche: le riprese principali sono state completate a Kyiv solo due mesi prima che la città affrontasse l’aggressione russa su larga scala. Successivamente, i lavori sono stati trasferiti ad Amsterdam.
“Ogni amore è per sempre, ogni relazione è per sempre, ogni dramma è per sempre. Quindi ora, da adulti, dobbiamo finalmente crescere e capire che l'unica approvazione e l'unico amore di cui abbiamo bisogno partono da noi stessi”, ha spiegato Buryachkova richiamandosi al titolo del film.
Parole in sintonia con l’attuale momento ucraino, alle prese con un conflitto che ha messo radicalmente in crisi l’identità nazionale: l’efferatezza dei combattimenti con i russi ha posto gli ucraini vis-à-vis con il loro passato e le loro radici culturali.
Il risultato è un Paese nuovo, che oggi guarda a Occidente nella speranza di riuscire a rinascere. Sebbene Forever-Forever sia ambientato a Kyiv negli anni Novanta, non ha un sapore nostalgico, ma attuale. È un film sull'emancipazione e sul ritrovarsi in un mondo che si è appena sgretolato, simile a quello dove oggi vive la popolazione ucraina.
Terra di mezzo
Forever-Forever ricostruisce l’immagine di una nazione a metà tra innovazione e tradizione, tra Europa e Russia: proprio come sulla cartina geografica, dove l’Ucraina è circondata da Paesi saldamente europei come Romania e Polonia e da organismi autoritari come Russia e Bielorussia.
Nell’ultimo decennio, la tensione dell’Ucraina tra Est e Ovest ha prodotto degli scossoni importanti: nel 2014 Kyiv si è avvicinata in maniera significativa all’Europa ma ha subito anche l’aggressione russa (con conseguente annessione) nella penisola di Crimea.
Le basi dell’invasione del 2022 partono tutte da qui: già nel 2014, in risposta all’ondata di manifestazioni europeiste nel Paese, i separatisti filorussi si erano impadroniti di edifici governativi e avevano proclamato gli Stati indipendenti di Donetsk e Luhansk, scatenando gli scontri nella regione del Donbass.
Oggi lo scacchiere militare ruota attorno a queste regioni e si muove tra diversi fronti: il mar d'Azov, una grande baia situata a nord-est del Mar Nero, collegata al corpo d'acqua principale attraverso lo stretto di Kerč; la Crimea, la più grande penisola affacciata sul mar Nero; il Dnepr, il quarto fiume d'Europa per lunghezza dopo il Volga; lo stesso mar Nero. A fare da cornice, ci sono i territori contesi dalla Russia a Kyiv, che comprendono le regioni di Kherson, Zaporizhia, Donetsk e Luhansk.
Al momento, i confini sembrano ridisegnati rispetto alla situazione pre-invasione, con il conflitto che vive un momento di stallo. Nei quasi due anni trascorsi dall’aggressione, l'Ucraina ha riconquistato il 54% del territorio preso inizialmente da Mosca, mentre la Russia occupa ancora il 18% del Paese.
Negli ultimi mesi si è parlato spesso degli scenari che attendono l’Ucraina: molti osservatori hanno avvertito riguardo a un 2024 favorevole per Putin, in cui gli alleati di Kyiv (compresa l’Italia) potrebbero manifestare la war fatigue, un senso di rassegnazione, affaticamento e disinteresse verso lo scontro.
A questo potrebbe aggiungersi un nuovo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, che molti ritengono un toccasana per le ambizioni putiniane. Per limitare i danni, l’amministrazione Biden starebbe cercando di far passare un sostanzioso pacchetto di aiuti all’Ucraina prima del voto, anche se l’ostruzionismo dei Repubblicani al Congresso sembra prevalere al momento.
Per ora lo scenario più probabile sembra quindi lo stallo: il fronte militare pare congelato, forse in attesa del risultato elettorale statunitense o forse di una svolta da Mosca. Il desiderio ucraino di rivendicare la propria identità, invece, è più vivo che mai.
Per approfondire:
Una guida alla guerra, fatta di mappe;
Se Trump dovesse vincere, l’Europa potrebbe contrastare Vladimir Putin da sola?
Nel nord-est dell'Ucraina si teme una seconda occupazione russa;
Un documentario sulla distruzione di Mariupol ha ottenuto la nomination agli Oscar.
Un libro 📘
Jonathan Littell, L’aggressione russa.
Ottimo inizio! In caso stessi progettando un approfondimento sul confine tra Spagna e Marocco (o tra Spagna e Catalogna, dipende da come la vedi), puoi contare su di me :)